L’esperienza della Scuola d’Europa

Ecco il racconto da Ventotene degli studenti del Liceo Classico “M. Cutelli” di Catania

È necessario ritornare alla propria “culla” per ricordare chi siamo stati, capire chi siamo adesso e proporci come nuovo modello di futuro, garante di un’unione che preservi la diversità come fonte dell’autentica ricchezza umana. L’unicità ci dà identità e, a questo proposito, Ventotene è una perla in mezzo al mare. Quest’isola di importanza storica e simbolica è il centro di un’iniziativa che coinvolge i giovani europei in una collaborazione basata sull’ascolto e il rispetto reciproco di idee ed opinioni, sull’interazione, l’integrazione e la determinazione. Sono i primi passi per creare una vera e propria costituzione europea in cui ci identifichiamo perché giovane come noi, che abolisca anche gli estremi refusi di una politica di coercizione e di mera ignoranza. Proprio perché non c’è politica senza cultura, siamo stati guidati per le strade di Ventotene, sulle orme dei più grandi pensatori politici degli anni ‘40, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e sulle orme dei confinati. Percependo la genialità, lo spirito di unione, la sofferenza che, passo dopo passo, hanno costituito i tasselli della storia della nostra Unione Europea, siamo stati incoraggiati a sfruttare il massimo delle nostre potenzialità perché ci sentiamo parte della storia in continua evoluzione. La formazione dei gruppi di studio, il contribuire alla stesura di una Europa nuova, fornendo un’analisi approfondita della Dichiarazione di Ventotene è stata una delle mie migliori opportunità per confrontarmi con realtà del tutto estranee alla mia. Per questo motivo, mentirei se dicessi che non ci siano state incomprensioni o momenti in cui sembrava che le nostre mentalità fossero inconciliabili in uno scontro tra tendenze conservatrici e idee dinamiche e contesti storici e politici differenti. Infine la consapevolezza dei risultati che siamo riusciti a produrre insieme, passo dopo passo, dei legami che abbiamo instaurato, dello scambio linguistico e culturale, mi ha lasciato un’impronta indelebile di soddisfazione nel cuore perché tutto ciò in cui ho sempre sperato e che spesso è stato definito utopico, si è rivelato realizzabile pur con le dovute complicazioni. Il punto è dunque qual è l’Europa che vogliamo? È proprio questa. Non un punto di scontro bensì di incontro tra diversità che devono essere tutelate, preservate, rispettate e sempre considerate il punto di partenza per la nostra grande unione. Ho impiegato il massimo delle mie forze per il compimento di questo progetto ed ora posso dire di essere stata responsabile di un cambiamento in quanto persona, cittadina europea, studente e donna. Ho scoperto infatti che proprio una donna ha ricoperto un ruolo fondamentale nella diffusione del Manifesto di Ventotene. Mi auguro che i miei coetanei si accorgano presto di quanto sia importante un nostro ruolo per salvare la nostra casa; che studino, affinché la loro mente possa illuminarsi; che i loro animi ardano di determinazione nel perseguire i propri ideali in nome del bene comune.

LUDOVICA ANTILLE


 

Questi giorni a Ventotene sono stati intensi e ricchi di emozioni. La stanchezza accumulata in seguito ad ore di conferenze e discussioni nell’ambito dei gruppi di studio è stata ricompensata dai splendidi risultati ottenuti. Riuscire a rompere il ghiaccio con gli altri ragazzi è stato facile e spontaneo e fin da subito siamo riusciti a mettere insieme tutte le nostre idee. Insieme ai testi che abbiamo scritto sono nate amicizie e rapporti di stretta collaborazione al fine di trovare una soluzione agli attualissimi problemi sociali di cui abbiamo ampiamente discusso. L’esperienza è stata interessante e certamente ha contribuito alla mia formazione. Tutto ciò è stato incorniciato dal paesaggio paradisiaco offerto dall’isola di Ventotene che mi ha incantata fin dal primo istante. Posso affermare con sicurezza, infine, che io ed i miei compagni saremo sempre grato per aver avuto questa possibilità e che rimarrà sempre nei nostri cuori insieme a tutti coloro che abbiamo incontrato e che hanno trovato un posto nel nostro cuore

ELVIRA REALE


Nonostante in un primo momento all’interno del mio gruppo di studio ci siano stati momenti di imbarazzo, siamo riusciti a dare vita a un documento che forse un giorno potrà costituire uno dei mezzi fondamentali per rendere l’Europa unita a tutti gli effetti. Ritengo, inoltre, che la collaborazione con ragazzi provenienti da altri paesi europei mi abbia dato la possibilità di conoscere e, soprattutto, imparare ad apprezzare le loro idee. Ho sempre ritenuto che noi giovani abbiamo un ruolo importante nella società affinché ideali come quello dell’unità, della solidarietà, del rispetto nei confronti dei nostri concittadini e di coloro che necessitano di un aiuto, possano essere realizzati. Oltre alle ore di lezione e discussione tra i gruppi di lavoro abbiamo anche visitato i luoghi in cui una volta vivevano i confinati e in cui sono state poste le basi che hanno poi portato al Manifesto di Ventotene. In conclusione posso affermare che questa esperienza mi ha permesso di comprendere che il mio contributo, per quanto piccolo, può avere un ruolo rilevante per l’intera comunità. Ad ogni modo, se sono riuscita a portare a termine questo progetto, devo ringraziare particolarmente la scuola che mi ha dato la possibilità di prendere parte a questo evento.

ROBERTA PARRINELLO


Sin dalle lezioni introduttive sono stata motivata ad andare a Ventotene e ringrazio la mia scuola per avermi concesso un’esperienza così unica e rara. È stata una splendida iniziativa che mi ha permesso di conoscere nuove realtà e nuove persone e di confrontarmi con loro, pensando ad un’Europa non poi così lontana ma che ci tocca da vicino. Questa iniziativa ci spinge a dare il nostro meglio nel pensare al nostro futuro e non un futuro scoraggiante, ma il futuro in cui vorremmo vivere. L’avvio del nostro lavoro di gruppo è stato fondamentale, nonostante ognuno di noi fosse ancora molto timido, per rompere il ghiaccio e per arrivare al lavoro finale che comprende le nostre idee, indipendentemente da età e nazionalità. È stato molto utile confrontarci anche con altri ragazzi poiché mi ha permesso di conoscere scenari fuori dai miei schemi. Inoltre sono soddisfatta di aver fatto nuove amicizie e di aver potuto esprimere la mia opinione. Sono contenta, infine, di aver visitato Ventotene, una striscia di terra circondata dal mare dagli splendidi tramonti e dalla natura incontaminata e non mi meraviglio del fatto che sia nato proprio lì un ideale così alto e raffinato di un’Europa realmente unita e coesa e spero che prima o poi, anche grazie al nostro contributo, verrà messo in pratica.

COSTANZA DI STEFANO


Ho vissuto con emozione l’arrivo a Ventotene, bagnata da un mare zaffiro, immersa nel silenzio, percossa da aspri venti profumati di salsedine. E il mio pensiero, quasi immediatamente, a ritroso nel tempo è volato verso i confinati, verso le loro vite a mio avviso solitarie e forse taciturne ma certamente allietate, echeggianti di un vivido ideale di libertà, lesa e oltraggiata dalla violenza fascista. Un locus unicum,evocativo e simbolico che, con clamore veemente, oggi ci lancia un monito potente e totalizzante e ci ricorda come da pochi, anche in condizioni avverse, possa realizzarsi e concretrizzarsi un progetto grande, ad ampio respiro, visionario e pioniero. Questo è il memento che ha aleggiato sull’isola e fissandosi nelle menti di noi giovani ci ha guidati e ispirati. Condotti, proprio come la ricerca dell’antesignano Spinelli, da un desiderio di confronto, di interdialogica skepsis che non posono essere disgiunti da un colloquio diretto, da una dialettica aperta, sincera e talora vivacemente animata, che, proprio come per gli avanguardistici prigionieri, si è orchestrata anche tra noi giovani. Abbiamo avuto la possibilità di dissertare intorno tematiche attuali, complesse e delicate affrontandole con entusiasmo e provando con intraprendenza a lanciare il nostro personalissimo caveat, nella speranza che esso possa essere preso in considerazione dai politici dell’Unione. Il periodo sull’isola è dunque divenuto sinonimo di cambiamento interiore, stimolo di crescita ispirato dai principi probi e solidali teorizzati da Spinelli, quali coesione culturale, politica, economica e sociale che, ieri come oggi, noi cittadini cosmopoliti di un mondo avanzato dovremmo seguire con zelo e dedizione.

PIERLUIGI MUSUMECI