Una mozione che impegna il governo ad avviare tutti gli sforzi affinché la Scuola di Ventotene Altiero Spinelli diventi un bene pubblico e una vera palestra per la cittadinanza europea. È l’obiettivo di una mozione presentata in Senato dal Partito Democratico, prima firmataria Valeria Fedeli, da Più Europa e altri esponenti della sinistra (un’altra mozione analoga di appoggio arriverà da Forza Italia) affinché l’Italia si doti di una vera Scuola d’Europa, sulla scorta di quanto fatto a livello sperimentale dall’associazione La Nuova Europa presieduta da Roberto Sommella, cittadino onorario dell’isola del Manifesto europeista.
In particolare, la mozione ricorda che occorre appunto ripartire dai principi ispiratori del Manifesto di Ventotene, cominciando dalla lettura e dalla riflessione su quel testo e sull’esperienza delle guerre, delle dittature e della violenza da cui quelle parole di pace scaturivano, a tanti anni di distanza, perché in un momento storico così difficile per il mondo intero, è necessario rilanciare proprio quel progetto di pace e di Europa, partendo dalla cittadinanza europea.  

In questo senso, per i firmatari bisogna mettere mano a profonde riforme dell’Unione Europea, recuperando quello spirito sociale per cui era nata e che si è perso via via nel tempo per il predominio della logica esclusivamente contabile; e i protagonisti di questo progetto non possono che essere i giovani d’Europa, affinché si facciano loro stessi promotori di quel processo di integrazione e condivisione che ha nella conquista e nel mantenimento della libera circolazione il suo presupposto ineludibile e nell’acquisizione profonda della cittadinanza europea il suo obiettivo più alto. 

La realizzazione del progetto Scuola d’Europa sarebbe anche facile, laddove il governo Conte coglierà questo spirito che deve coinvolgere in modo bipartisan le diverse forze politiche. A Ventotene, nella Scuola statale Altiero Spinelli ci sono già le aule, i banchi, le attrezzature multimediali, gli spazi per vivere la contemporaneità, ma mancano i ragazzi, dato che l’isola vive un drammatico spopolamento durante l’inverno, e che una Scuola d’Europa rappresenta l’occasione per far incontrare ragazze e ragazzi da tutta Europa per fare esperienza viva di cittadinanza; i costi di una tale realizzazione sarebbero quindi contenuti.

La mozione impegna quindi il governo  “a mettere a disposizione risorse ad hoc e strumenti per realizzare il progetto della Scuola d’Europa come percorso innovativo di lunga durata e ad alto impatto sociale” e a riconoscere la Scuola di Ventotene “come luogo di interesse pubblice quindi a concorrere all’elaborazione di un curricolo di educazione civica europea che contempli le questioni fondamentali dell’Europa di oggi in chiave storica, politica, giuridica, scientifica, artistica e culturale”. 

Obiettivo finale del progetto è quello di sostenere, anche attraverso iniziative come la Scuola d’Europa, un percorso formativo e conoscitivo delle giovani generazioni verso una consapevole acquisizione di cittadinanza europea che ponga le sue basi sullo studio della storia del ‘900 e dell’Europa unita. 

I firmatari 

FEDELI, MARCUCCI, BONINO, DE PETRIS, MALPEZZI, PITTELLA, GINETTI, ALFIERI, BOLDRINI, CUCCA, GARAVINI, GIACOBBE, NANNICINI, PATRIARCA, RAMPI

Il testo della mozione

Il Senato,

premesso che:

a Ventotene, isola pontina e luogo di confino politico durante gli anni del fascismo, con la scrittura del Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni, nacque nel 1941 l’idea di un’Europa unita e pacificata. Un’Europa in cui tutti si sentissero uniti sotto una stessa bandiera, simbolo di valori e scelte condivise. Un’Europa capace di guardare criticamente alla sua storia presente e passata e di farsi baluardo di pace, cooperazione, accoglienza, democrazia, uguaglianza e solidarietà tra i popoli;

ripartendo dai principi ispiratori del Manifesto di Ventotene, cominciando dalla lettura e dalla riflessione su quel testo e sull’esperienza delle guerre, delle dittature e della violenza da cui quelle parole di pace scaturivano, a tanti anni di distanza, e in un momento storico così difficile per il mondo intero, è necessario rilanciare proprio quel progetto di Europa. È necessario coltivare un nuovo cosmopolitismo che sia in grado di fare da argine alle paure, alle disuguaglianze, alle discriminazioni, alle violenze quotidiane, che sia lo strumento e la guida per dare una risposta alle grandi questioni del nostro tempo, dalla crisi ambientale, alle migrazioni, alla ricerca di un modello economico che produca benessere per i più, non solo per alcuni. È necessario costruire una cultura cosmopolita per risolvere problemi cosmopoliti;

occorre mettere mano a profonde riforme dell’Unione Europea, recuperando quello spirito sociale per cui era nata e che si è perso via via nel tempo per il predominio della logica esclusivamente contabile; che tali riforme non possono che avere come base la predisposizione di una cittadinanza europea da abbinarsi e integrarsi a quella italiana, proprio nell’accezione del Trattato di Roma; che l’Italia, Paese fondatore, ha l’obbligo morale e la capacità politica e sociale di farsi promotrice di iniziative di formazione e sociale che possono diventare d’esempio per gli altri paesi europei;

sotto la spinta e lo stimolo delle istituzioni, i protagonisti di questo progetto devono essere i giovani d’Europa affinché si facciano loro stessi promotori di quel processo di integrazione e condivisione che ha nella conquista e nel mantenimento della libera circolazione il suo presupposto ineludibile e nell’acquisizione profonda della cittadinanza europea il suo obiettivo più alto. A loro bisogna parlare d’Europa in modo nuovo e, per la prima volta, a partire dalla scuola. È qui che un’educazione civica europea deve smettere di rappresentare un’opzione ma deve diventare una necessità culturale urgente. È qui, a scuola, che la cultura del dialogo deve attraversare trasversalmente tutte le discipline per educare al rispetto, alla conoscenza dell’altro, al superamento di stereotipi e pregiudizi;

premesso inoltre che:

a Ventotene, nella Scuola statale Altiero Spinelli ci sono già le aule, i banchi, le attrezzature multimediali, gli spazi per vivere la contemporaneità senza dimenticare la storia da cui proveniamo, ma mancano i ragazzi, dato che l’isola vive un drammatico spopolamento durante l’inverno, e che una Scuola d’Europa rappresenta l’occasione per far incontrare ragazze e ragazzi da tutta Europa per fare esperienza viva di cittadinanza; una specifica convenzione è già stata siglata tra l’Associazione La Nuova Europa (fondatrice della Scuola d’Europa) e il Comune di Ventotene e l’iniziativa ha già ottenuto il patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, del Dipartimento delle Politiche Europee, della Regione Lazio e del Consiglio regionale del Lazio. Tale iniziativa ha peraltro già coinvolto nella sua fase sperimentale una trentina di scuole europee e circa trecento ragazzi tra i 16 e i 18 anni. La Nuova Europa ha anche costituito con quindici scuole italiane una specifica Rete di scopo per rafforzare il suo progetto di laboratori di cittadinanza;

considerato che:

l’esperienza dell’associazione La Nuova Europa, fondatrice della Scuola d’Europa, va apprezzata ma integrata e rafforzata con un impegno di tutte le istituzioni e del più ampio arco parlamentare per la sua natura bipartisan; è interesse di tutte le forze politiche promuovere un ampio dibattito in Europa sulle riforme necessarie al rafforzamento delle istanze sociali nell’Unione e che questo dibattito può partire proprio dalla scuola italiana e dal rinnovato studio dell’educazione civica, della Costituzione e dei Trattati, grazie a iniziative come la Scuola d’Europa a Ventotene;

impegna il Governo:

a mettere a disposizione risorse ad hoc e strumenti per realizzare il progetto della Scuola d’Europa come percorso innovativo di lunga durata e ad alto impatto sociale. A riconoscere la Scuola di Ventotene come luogo di interesse pubblico e quindi a concorrere all’elaborazione di un curricolo di educazione civica europea che contempli le questioni fondamentali dell’Europa di oggi in chiave storica, politica, giuridica, scientifica, artistica e culturale, e che costituisca parte integrante del percorso formativo della scuola superiore attraverso un modello didattico fatto di lezioni frontali e di esperienze laboratoriali;

a sostenere, anche attraverso iniziative come la Scuola d’Europa, un percorso formativo e conoscitivo delle giovani generazioni verso una consapevole acquisizione di cittadinanza europea che ponga le sue basi sullo studio della storia del ‘900 e dell’Europa unita.

FEDELI, MARCUCCI, BONINO, DE PETRIS, MALPEZZI, PITTELLA, GINETTI, ALFIERI,
BOLDRINI, CUCCA, GARAVINI, GIACOBBE, NANNICINI, PATRIARCA, RAMPI