Il Ventotene Europa Festival 2022 si è concluso nel pomeriggio di giovedì 9 giugno a Roma, con la consegna del documento finale redatto dagli studenti per perseguire un cammino di pace, alla Presidente Ursula von der Leyen, per tramite dell’assistente e coordinatrice politica del suo Gabinetto, Valeria Miceli. Qui il testo del documento e qui le proposte dei giovani.
Che bilancio si può fare, a conclusione dell’evento? Parliamo di un percorso, un viaggio capace di far approdare un gruppo di ragazzi in tanti piccoli porti, fino poi a giungere ad una grande corte: è proprio questa la risposta che sembra configurarsi come più appropriata alla luce di un’esperienza ricchissima vissuta da ogni componente della ciurma.
Nell’intento di mettere ordine alla moltitudine di momenti significativi che hanno caratterizzato il Ventotene Europa Festival 2022, collochiamo nello spazio e nel tempo l’avvenimento e chiariamone l’essenza: tra l’8 e il 13 maggio giovanissimi di età compresa tra i 16 e i 19 anni sbarcano sulla più grande isola pontina per lavorare congiuntamente alla redazione di differenti proposte che si pongono lo scopo di costruire un’Europa dove la pace possa essere preservata.
Ma prima di dedicarsi a scrivere Un progetto per la pace in quello che si sarebbe presto rivelato un luogo speciale per tutti, ci si è dedicati a caricare sulla piattaforma della Conferenza sul futuro dell’Europa le differenti proposte dei partecipanti alla Scuola d’Europa a Roma, progetto anch’esso in grado di far collaborare individui di differenti città del continente e che si è rivelato cruciale nell’ottica della preparazione per le attività che ciascuno avrebbe poi affrontato nel corso del Festival.
Concentriamoci dunque ora sulle giornate trascorse a Ventotene. Ragazze e ragazzi arrivati da Berlino, Parigi, Roma e Varese hanno collaborato tra loro suddivisi in sei gruppi, tutti con l’unico fine di redigere un dossier che contenesse una riflessione sul concetto di pace e idee strutturate e concrete, pregne di progettualità, capaci di custodire l’ideale appena citato.
È allora a questo punto doveroso sottolineare quanto l’avventura alla quale si è deciso di aderire sia stata capace di arricchire il bagaglio di conoscenze ed esperienze di tutti in maniera straordinaria. Ognuno è infatti stato fondamentale all’interno di un cammino che ha visto al centro l’esercizio consapevole della propria cittadinanza. In pochi giorni i partecipanti si sono trovati di fronte ad una molteplicità di situazioni, talvolta anche nuove per qualcuno, e sono stati chiamati al confronto, alla collaborazione e al dialogo, componenti indispensabili da coltivare nell’esistenza di un individuo. Tutto ciò ha quindi condotto ad uno scambio reciproco, scambio che si concretizza come la base dei rapporti e delle relazioni. La multiculturalità, la multietnicità e l’ascolto delle più svariate storie di vita ha fatto perciò sperimentare in maniera inequivocabile il valore della diversità, da intendere in modo costante come sinonimo di ricchezza e mai di limitazione.
Parallelamente a ciò, non possiamo inoltre non menzionare la possibilità tutt’altro che scontata che La Nuova Europa ha offerto agli adolescenti della spedizione di far intraprendere loro un percorso di formazione, composto di numerosi dibattiti, incontri e conferenze. Tutto questo può essere pertanto inteso come una fantastica occasione di ricerca di una reale comprensione di quelli che sono aspetti geopolitici dell’Europa in cui viviamo, essendo così contrastata l’assidua attitudine alla semplificazione di dinamiche di per sé complesse che il presente costantemente minaccia.
Ma torniamo al primo pomeriggio di quel giovedì 9 giugno citato in apertura. Un diciottenne e una ventunenne prendono il loro solito treno per raggiungere il centro di Roma, ma questa volta la destinazione è diversa dal consueto: Raffaella Rizzo (vicepresidente dell’associazione) li aspetta all’Hotel Baglioni per consegnare alla presidente della Commissione europea il risultato dell’operato svolto sull’isola. Ciò è effettivamente accaduto: è stato infatti possibile avere un dialogo di circa trenta minuti con Valeria Miceli, capo del Gabinetto ed assistente personale di Ursula von der Leyen. I giovani hanno presentato il documento e l’intero progetto: in tal senso è punto di vista comune che la via verso un’armonia generale debba essere raggiunta coltivando l’istruzione, principio imprescindibile nella preparazione dei cittadini di oggi e di domani. Tuttavia, non possiamo ormai non soffermarci sul confronto con un soggetto istituzionale di tale importanza: oltre all’immenso orgoglio per l’opportunità, i ragazzi porteranno con sé la consapevolezza di essere stati parte attiva di un dibattito che si isola da logiche di puro formalismo e che ha visto l’interesse concreto, con spunti e riflessioni sempre stimolanti, verso ideali sani, come quelli di cui i nostri due amici si sono resi portavoce.
In conclusione, va sottolineata la necessità che attività come quelle promosse da “La Nuova Europa” possano essere proposte sempre più ad ampio raggio, affinché un futuro che veda al centro rispetto ed intensa capacità di coesistere non debba continuare a manifestarsi come un isolato sogno utopico.