Un tranquillo e lungo week end di paura. E’ quello che attende il governo, intento a salvare le due banche venete, che insieme farebbero l’ottavo gruppo italiano. Lo ha comunicato lo stesso ministero dell’Economia in una nota che prende le mosse da due numeri: i 20 miliardi di crediti incagliati di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che dovrebbero finire in una bad bank a garanzia statale, e l’euro offerto da Intesa per rilevare la parte buona degli istituti. In mezzo c’è un oceano di difficoltà e di perplessità da parte delle autorità europee ed italiane.
”L’autorità di vigilanza della Banca Centrale Europea ha dichiarato che Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono in una condizione definita “failing or likely to fail” – questo il drammatico incipit del comunicato del Tesoro – L’autorità europea responsabile delle decisioni di risoluzione bancaria (SRB – Single Resolution Board) ha deliberato che non sussistono tutti i requisiti previsti per una risoluzione”. E quest’ultima sembrerebbe una buona notizia perché non vi sarebbe il bail in.
La soluzione arriverà prima della riapertura della borsa lunedì prossimo. Il Governo si riunirà infatti nel fine settimana per adottare le misure necessarie ad assicurare la piena operatività bancaria, con la tutela di tutti i correntisti, depositanti e obbligazionisti senior, assicurano da via XX Settembre. Si parla di due provvedimenti urgenti per mettere in sicurezza le banche venete e forse per ampliare la provvista di 20 miliardi di euro decisa a fine 2016 dall’esecutivo per puntellare il capitale degli istituti italiani in difficoltà.