I conti dello Stato continuano ad essere in rosso. A segnalarlo il Centro Studi dell’Unione Nazionale di Imprese che nell’ultima analisi, basata su dati della Banca d’Italia, ha evidenziato un aumento del debito pubblico di circa il 2,23negli ultimi 24 mesi. Il buco nei conti statali si è ampliato di 49,7 miliardi pari a un incremento del 2,23% e a un ritmo medio mensile di 2,07 miliardi. L’aumento ha cominciato a prendere corpo nel 2016: nel corso dell’anno precedente, infatti, il debito ha registrato una flessione scendendo a 2.217,9 miliardi a dicembre 2015; dopo un anno (dicembre 2016) il “rosso fisso” era arrivato 2.172,8 miliardi. In soli 12 mesi, quindi, il debito è cresciuto di 45,06 miliardi con un incremento del 2,07% è un ritmo medio mensile di 3,7 miliardi.
A nulla sono valsi gli sforzi e le promesse del Governo. Incrociando le informazioni acquisite fino ad oggi, è chiaro che il rapporto fra debito e Pil non tenderà a ridursi e, anzi, il primo continua ad aumentare a ritmi preoccupanti. Era chiaro già da aprile, da quando cioè il governo ha approvato un Documento di economia e finanza nel quale si legge che la spesa statale crescerà progressivamente nei prossimi quattro anni: tra il 2017 e il 2020, dalle casse del Tesoro usciranno, in tutto, 45 miliardi di euro in più rispetto al 2016. Salirà di 26 miliardi (+10%) la spesa per le pensioni e di oltre 8 miliardi (+11%) quella per le prestazioni sociali, di 2,6 miliardi (+1,6%) quella per gli stipendi dei dipendenti pubblici, di quasi 4 miliardi (+3%) l’esborso per forniture e servizi. Aumenterà anche la spesa per interessi sul debito di 4,8 miliardi (+7%) e la sanità subirà un aumento di 6 miliardi (+5%).