di Elena Todini*

La nostra avventura inizia su un traghetto diretto a Ventotene. Trascurando le facce assonnate siamo sveglissimi, impegnati nelle primissime, timide, chiacchierate con i ragazzi di Berlino incontrati  a Formia. I ragazzi di Parigi ci aspettano sull’isola e un altro gruppo di tedeschi ci raggiungerà la mattina dopo. I giorni che ci attendono sono fitti di impegni e sappiamo che dovremo lavorare duro ma non possiamo fare a meno di provare un senso di rilassatezza vacanziero mentre attracchiamo nel porticciolo di Ventotene.

Iniziamo a lavorare subito, con naturalezza e la timidezza iniziale si scioglie nei primi dibattiti.  Tema guida: l’Europa. Le opinioni sono tante e una delle prime difficoltà che incontriamo è nella sua definizione. Cosa è? Una federazione? Una confederazione? Un continente? Una “unione”? E poi, cosa vogliamo che cambi? Moltissime domande ma ognuno si fa coraggio e regala agli altri il proprio contributo. Su questo siamo subito d’accordo: vogliamo un’Europa più unita, e non in senso economico e basta; vogliamo un’Europa unita a livello politico e sociale, in grado di valorizzare le diversità culturali che già coesistono senza però appiattirle. Ecco, unione non deve significare omologazione. I francesi sono categorici: la Francia è troppo patriottica, ha bisogno di conservare la propria identità. Ma questo orgoglio di appartenenza necessita un’estensione in senso europeo.

Dopo un paio di giorni il frutto di dibattiti infiniti e spossanti è già un pezzo di carta. Lavoriamo sulla terrazza affacciata sul mare o nella scuola dell’isola intitolata ad Altiero Spinelli, divisi in gruppi, ordinati, rispettosi, alziamo la mano e ci ascoltiamo. Se alcuni argomenti ci trovano tutti d’accordo altri, più controversi, come Immigrazione, Accoglienza e Rispetto, sono difficili da affrontare e ci dividono. Discutiamo, alziamo la voce e dobbiamo imparare a non essere rigidi e a metterci in discussione. Facciamo i conti con il senso di insicurezza che ci rende sospettosi e cauti nell’affrontare temi come Pace, Sicurezza, Terrorismo.

Ci scopriamo simili, ci riconosciamo nelle espressioni, nella gestualità, negli interessi degli altri. Ci scopriamo diversi, i berlinesi, con le loro pelli chiarissime, aggredite in poche ore dal sole italiano, i francesi, così francesi, e noi italiani, un po’ più chiassosi. Ci dicono che l’italiano suona come una musica, che mette allegria e che esprimiamo con le parole tutte le emozioni. In qualche giorno siamo come fratelli, parliamo con tutti e condividiamo i pensieri più personali: di questa esperienza ricorderò soprattutto l’umanità delle persone che ho incontrato, lo scambio vero che abbiamo avuto, il nostro entusiasmo, la voglia di cambiare le cose.

Porto a casa una lattina di cetrioli tedeschi e tanti bei ricordi: la stanchezza a fine giornata, la soddisfazione nel tenere in mano il risultato dei nostri sforzi, la via lattea che ci sorride mentre galleggiamo nell’acqua scura. E il sogno scritto da 31 giovani europei di un’Europa inclusiva, giovane e sicura, che dia voce alle nostre differenze e ci accolga in un momento storico che ci piega alla vulnerabilità. Tredici articoli non numerati e un “Plan of Action” perché, di questo siamo certi, non volevamo scrivere una lista di belle parole e utopie vuote ma offrire spunti giovani e creativi, forse ingenui  ma concreti, tangibili.

È un documento acerbo, frutto del lavoro di un gruppo affiatato e di sudati compromessi, condito di sogni e speranze. La prossima è che il documento venga letto da tante persone ma le premesse sono incoraggianti. La nostra Dichiarazione di Ventotene con i suoi Suggerimenti attuativi è già nelle mani della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, e il prossimo 20 giugno 2017 una nostra delegazione la consegnerà al Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Ci sembra di aver fatto centro, ma siamo appena all’inizio…

 

* studentessa italiana del Liceo Pasteur di Roma che ha partecipato al Ventotene Europa Festival, ideato e organizzato dall’Associazione non profit La Nuova Europa, e autrice, insieme ad altri 30 coetanei, della Dichiarazione di Ventotene.