Tommaso Strada con questo racconto ha vinto il concorso di narrativa breve “Animus Loci: tracce d’Europa nel cuore d’Italia” per la tappa di Ventotene, promosso dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in occasione dell’anno europeo del Patrimonio culturale.

E niente, ormai è giunta l’ora di tirar su quelle quattro cose che ho ancora in giro per camera, chiudere la valigia, salutare gli altri che, beati loro, possono concedersi ancora qualche giorno di vacanza e far rotta verso Milano, c’è un esame d’Analisi I pronto a sbranarmi. Dalla casa dove abbiamo passato l’ultima settimana al porto nuovo, di buon passo, saranno una decina di minuti da percorrere sotto un cielo che potrebbe certamente essere un po’ più colorato visto che il tramonto è ormai prossimo.

Il traghetto è in forte ritardo ma riusciamo a salpare, il sole è già calato, in lontananza si vedono le luci giallognole della terraferma che crescono sempre più man mano che prendiamo il largo. Vado sotto coperta in cerca di un luogo tranquillo, e, spinto dalla voglia di vincere quella bestia feroce, tra libri e appunti comincio a macinare pagine. Circa a metà traversata, per quanto mi piaccia chiacchierare amabilmente con Lagrange, Taylor, Fermat e gli altri della loro combriccola, esco sul ponte scoperto. La scala sbuca a poppa e mentre la risalgo è impossibile non notare il cielo stellato, completamente  sgombro; anche le nubi che resistevano dalla mattina sono state infine dissolte dal vento levatosi nel tardo pomeriggio.

Ancora rapito dalla volta celeste, sempre con gli occhi alti, mi appoggio alla balaustra impastata dalla salsedine. Eccolo, credo d’averlo trovato, è lui il cielo stellato così importante per Kant, la Libertà fondante della Ragion Pratica è tutta qua in questo ambiente così apparentemente calmo e idilliaco ma che, in realtà, è frutto di devastanti battaglie cosmiche, buchi neri, esplosioni, radiazioni e scontri tra corpi
celesti che hanno plasmato questa Libertà che sto ammirando.

E sarà a causa del Genius Loci ventotenese che un po’ mi porto a casa, sarà il vedere sullo sfondo quei luoghi così importanti per la storia dell’Europa Unita, ma questo cielo stellato mi sembra proprio la Bandiera blu a stelle dorate della mia Europa. Una Bandiera che copre ventisette paesi, senza confini, senza ostacoli, proprio come questo cielo stellato. Sì, è vero, capita che talvolta le nuvole lo oscurino, e ultimamente sta accadendo un po’ troppo spesso, però è lì, c’è costantemente. Non possiamo dimenticare tutte quelle violenze cosmiche delle guerre solo perché, talvolta, non riusciamo a vedere la sempre presente volta celeste, perdere questa nostra libertà così dolorosamente conquistata vorrebbe dire perdere noi stessi e la nostra morale fondata sull’unione di diversità.

C’è però una sostanziale differenza tra il firmamento e la Libertà, mentre se per il primo dobbiamo ringraziare il Vento di Ponente, originato da chissà chi, che ha spazzato via le nubi, il secondo è tutto merito dell’Uomo che ha coraggiosamente deciso di bloccare il corso degli eventi e colorare il grigiore della dittatura imposta da altri. Sono state le penne di Alterio Spinelli ed Ernesto Rossi, sono state le stampe di Eugenio Coloni, è stato il coraggio di Ursula Hirschmann che sono stati capaci, durante la Seconda Guerra mondiale e in un’isola di confino, di “uccidere” il dio Accidente e di scrivere una nuova
genesi per un territorio quasi sei milioni di volte più grande di quest’isola in Provincia, non proprio una qualsiasi, di Latina.

In città l’azione dell’Unione spesso non viene vista, si perde in quei contrasti egoistici che purtroppo ciascuno di noi, talvolta io stesso, mettiamo in atto perché siamo in costante ricerca di appetito per dare un senso al nostro avere tutto anziché indagare su grazie a chi abbiamo quel tutto e apprezzarlo. Ma star qui, su due isolotti dimenticati dall’uomo, tranne che in alta stagione, ci permette di capire tutto ciò: saremmo il nulla senza l’Europa. Il nulla sia a livello economico in ambito internazionale, sia soprattutto nella nostra sfera quotidiana a livello personale: non avremmo la libertà di movimento, non avrei la possibilità di andare in Erasmus, non avremmo la protezione che ci garantisce il Diritto Europeo; saremmo dei cosi in balia di confini nazionali, mentali e dominati dalla mera volontà di far profitto di alcuni a scapito anche della nostra salute. È vero, me ne rendo conto, queste parole dette al mare sono così oliate d’ideali che probabilmente resteranno a galla, non riusciranno a penetrare nelle profondità degli abissi; è altrettanto vero però che le parole scritte da quelle persone 77 anni fa, sono riuscite e scalfire la crosta terreste e a diffondersi, attecchendo, per un continente intero.

Se questo mio sentimento-pensiero contagerà qualcuno di più importante, più capace a parlare e con i giusti mezzi d’azione, allora queste idee sbocceranno nelle case di ciascuno di noi.

Tommaso Strada

 

 

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