A quasi un giorno dall’evento sismico localizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a 3 chilometri a nord dell’Isola di Ischia, è giunta la notizia che tutta l’Italia attendeva. I tre fratelli sono stati estratti vivi e stanno bene. La scossa, di magnitudo 4, ha provocato trentanove feriti, 2700 sfollati e due morti.
Sull’isola sono giunti anche alcuni elicotteri dell’Aeronautica Militare e dell’Esercito, impiegati per il trasporto di personale specialistico dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, nonché di materiali speciali e attrezzature varie.
L’isola d’Ischia, come segnala l’INGV ha una sismicità storica ben conosciuta. Negli anni si sono susseguiti studi e analisi, che hanno portato alla pubblicazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15 (Rovida et al., 2016), che contiene i parametri epicentrali di 12 terremoti localizzati nell’isola o a mare negli immediati dintorni con magnitudo Mw compresa tra poco meno di 3.0 e poco superiori a 4.0.
Il primo risale al 2 novembre 1275, il più recente al 23 aprile 1980. Nel mezzo le scosse del 1796, 1828, 1881 e 1883. Ad accomunare questi eventi sismici vi sono stime di magnitudo piuttosto modeste, a cui corrispondono effetti di intensità macrosismica molto elevata e distruttiva, che però in genere interessano un’area estremamente limitata, mentre l’area di risentimento è in genere poco estesa.
Le ricerche dell’Istituto di Vulcanologia sono giunte ad una serie di fattori che, anche nella scossa di lunedì sera, hanno determinato l’elevata consistenza degli effetti, quale la geologia dell’isola, la vulnerabilità del patrimonio edilizio e elevata densità abitativa.
A Casamicciola, per ora, si fa la conta dei danni, mentre dal Meeting di Rimini, il ministro dei Trasporti, Graziano Del Rio, intervenendo all’incontro sul tema della prevenzione e messa in sicurezza del territorio, ha sottolineato la necessità di creare nuove regole, e di procedere alla demolizione degli immobili costruiti illegalmente. Si parla nuovamente dell’importanza della prevenzione che però, almeno per ora, nessuna politica ha reso efficace.