La proposta dei ragazzi della Scuola d’Europa 2021 per l’ambito Valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza.
“Non vogliamo arrestarli, solo che si nascondano”.
Questa dichiarazione è una delle tante che sono state sulla bocca di esponenti dell’organizzazione ultra conservatrice e cattolica Ordo Iuris. L’ong, nata nel 2013 in Polonia, ha creato un modello usato da molte regioni per dichiararsi “LGBT free”.
Questo fenomeno ha raggiunto il suo apice a Giugno 2020 quando un terzo delle municipalità polacche aderivano al progetto.
Di fronte alle violazioni ai danni della comunità LGBTQIA+ in Polonia, l’unione Europea, appellandosi all’ articolo 21 della carta dei diritti, le ha dichiarate non conformi a quest’ultimo. In un primo momento alle cosidette «aree libere dall’ideologia LGBT», sono stati revocati i fondi strutturali, poi l’unione, per sanare la disputa, ha chiesto alla Polonia di richiamare le regioni affinché aboliscano le “LGBT free zones” entro 2 anni.
Dunque, secondo le norme vigenti, i membri della comunità LGBTQI+ si vedranno privati dei loro diritti fondamentali per un periodo pari a due anni a causa di questo iter legislativo. Sarebbe quindi più funzionale per il Comitato europeo delle regioni (CdR), che ad oggi si occupa di rappresentare gli enti locali e regionali d’Europa, supervisionare il rispetto e l’applicazione della carta dei diritti.
Proponiamo che questo avvenga non già attraverso la rappresentanza dei 27 paesi europei all’interno del Cdr, ma anche garantendo la presenza nei singoli territori nazionali e regionali dei membri stessi del consiglio.
Inoltre, affinché tutte le regioni degli stati membri si uniformino all’unione non solo a livello legislativo, ma anche a livello culturale, è doveroso sensibilizzare la popolazione in materia di orientamento sessuale e identità di genere.
Qui la proposta sulla piattaforma della Conferenza.