Ecco le proposte dei ragazzi della Nuova Europa al Ventotene Europa Festival 2020
Di Giovanni Formicola e Mattia Sansoni
In un momento, come quello odierno, in cui si chiede una maggior responsabilità e senso del dovere al cittadino per superare la crisi Covid, è naturale e, a nostro avviso, imperativo esigere ancora di più dalle nostre istituzioni. Non vi è più il semplice e sufficiente rispetto delle istituzioni a dover smuovere gli animi politici, ma un profondo sentimento di sopravvivenza e rinascita, per dimostrare che insieme si può, citando il Manifesto: La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà.
Consapevoli dell’eccezionalità del periodo che stiamo vivendo, siamo altrettanto consci del ruolo che l’Unione Europea dovrà avere nella ripresa economica dei paesi dell’Eurozona. Crediamo che la nostra proposta debba essere concepita all’interno di un programma volto ad un avvicinamento fiscale degli Stati Membri. La possibile integrazione fiscale deve essere supportata da un ampliamento imminente del Budget Europeo 2021-2027, attraverso la raccolta di trasferimenti da parte degli Stati Membri. Questo consentirà poi la possibilità di emettere debito comune in periodi di crisi o a fini di stabilizzazione finanziaria, il tutto mirato alla realizzazione di una disciplina fiscale comunitaria. L’European Recovery Instrument, perciò, porrebbe la sopravvivenza dell’Unione sopra agli stessi vincoli economici che l’hanno così soventemente intorpidita. Per questo motivo, Noi Ragazzi della Nuova Europa, chiediamo un ritorno a politiche economiche basate su una scala valoriale comune ed Europea. La stessa scala su cui il Manifesto di Ventotene poggia le sue fondamenta.
Allo stesso tempo, nel periodo di transizione post-Covid 19, è imprescindibile non solo ripensare il modello economico in termini di solidarietà ma anche in termini di sostenibilità ambientale. In quanto, ora più che mai, bisogna promuovere un altro modello di sviluppo, più rispettoso dell’ambiente. L’istituzione europea più coraggiosa è stata la Commissione con l’annuncio del Green Deal europeo e il suo Transition Fund, misura autorevole ma non del tutto esauriente. Alla luce di ciò, la riconversione energetica deve essere supportata da una gestione comune delle energie sostenibili, riformando l’EURATOM. Inoltre, per incentivare la stessa riconversione chiediamo, da una parte, ulteriori tassazioni su carbone e compagnie aeree, dall’altra, agevolazioni sull’uso e sviluppo di trasporto pubblico ed elettrico.
Un approccio europeo è categorico, così come nella sostenibilità, anche nell’affrontare future politiche migratorie. Essendo chiaro come entrambe richiedano soluzioni che superino il concetto di stato-nazione. L’Europa del futuro deve ripartire da una visione lungimirante e solidale sull’immigrazione per proporre delle soluzioni che siano sostenibili in termini socioeconomici e che rispettino appieno i diritti fondamentali dei migranti. Il principio del primo stato di approdo stabilito dal Trattato di Dublino deve essere sostituito da un sistema di accoglienza basato su una vera solidarietà europea, che non penalizzi nessuno stato e che consideri in termini pratici il territorio Europeo come una singola unità. Un sistema Europeo pronto a stabilire un immediato piano di controllo e salvataggio delle rotte marittime, garantendo l’inalienabile diritto alla vita dei migranti, con la loro conseguente inclusione nei sistemi sanitari nazionali.
L’Europa chiudendo un occhio sulla gestione disumana di tre milioni e mezzo di rifugiati, conseguenza diretta dell’Accordo UE-Turchia, ha dimostrato una preoccupante mancanza sotto il punto di vista strategico. Questo accordo oltre a calpestare i diritti garantiti dalla Convenzione di Ginevra, relega l’unione ad una condizione di estrema subordinazione nei confronti della Turchia stessa.
Il rispetto dei propri confini è caratteristica vitale per la sopravvivenza di ogni organizzazione territoriale. Ed è per questo che noi proponiamo un primo passo verso un grande piano di difesa comune europea, che la renderebbe un’entità geopolitica unitaria e coerente.
Riteniamo che per competere con le Super Potenze mondiali sia necessario che l’Europa risponda unendo le proprie forze militari in un Unico Esercito al servizio dell’Unione. Andando avanti, spesso si fa coincidere con la mancata ratifica della Costituzione di Roma del 2004 la fine del sogno di un’Europa federata. Riteniamo che sia necessario , invece, ripartire da lì per creare un’Europa più solida, unita e portatrice di valori umani e democratici. Il diritto molto spesso riesce ad arrivare prima della mentalità e a traghettare quest’ultima verso nuovi lidi. La creazione di un’Europa federata ed unita passa anche dall’unificazione degli istituti che regolano la vita dei cittadini e per questo è fondamentale creare un codice civile unico ed europeo.
Gli stessi strumenti e riforme che in passato venivano declassate come avanguardiste nel senso più utopico possibile, oggi rinascono come necessità. E mai quanto in una data storica come il 9 maggio vi è bisogno di ulteriore integrazione e Unione di intenti a livello istituzionale. Stessa Unione di intenti che spinse Spinelli, Rossi, e Colorni a mettere nero su bianco il bisogno di integrare il Vecchio Continente martoriato dalla guerra. Oggi, 9 maggio 2020, la guerra si gioca su altri campi e con ben altre uniformi. Noi Ragazzi della Nuova Europa esclamiamo: Non arrendiamoci a chi ci vuole vedere divisi. Non facciamoci tagliare la testa dal boia sovranista e meschino. Per il futuro dell’Europa Noi battiamo presente. La Nuova Europa freme. Cambiamo tutto.
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